L'
A.R.C.A.
(Associazione Randagi in Città e animali Abbandonati) onlus
è solo a MILANO .
Come
sapete, l’ A.R.C.A. si occupa da anni di gatti abbandonati,
è un’associazione assolutamente privata e non fruisce di
alcun contributo,
salvo le sporadiche donazioni di qualche simpatizzante e la buona volontà
degli amici
che prestano gratuitamente la loro opera per accudire i nostri miciotti.
Ma i gatti sono tanti e i mezzi non bastano mai.
Il 5 x 1000 arriva quando arriva, ma - quando arriva ! -
è veramente un bell'aiuto
per pagare cibo, riscaldamento, medicine, veterinari ...
Tante persone che neppure ci conoscono personalmente
hanno deciso di destinare ai nostri mici una percentuale delle loro
tasse,
e questo ci ha commossi e rincuorati.
A nome di tutti i nostri gatti passati, presenti e futuri: grazie !
State tranquilli, non un centesimo dei vostri soldi è stato sprecato.
Adesso, ci permettiamo di chiedervi di scegliere ancora l’ A.R.C.A.
onlus
nella prossima dichiarazione dei redditi indicando:
• Il codice fiscale deIl’ A.R.C.A. onlus = 9
7 2 9 8 5 0 0 1 5 4
• Firmando a fianco dell'opzione "a" per le ONLUS
Questo per voi non ha nessun costo, e per noi e i nostri gatti sarà
veramente
una boccata di ossigeno che ci permetterà di continuare ad operare
in un settore che,
nei fatti, è troppo poco servito dalla sanità pubblica.
Per qualsiasi informazione rivolgetevi pure a me (cell. 333 4384009)
Grazie in anticipo per il sostegno
Rosy
Visentin Basile ......................................
.........C'è
una grande novità!
Abbiamo deciso
di dare un po' di visibilità ad alcuni bellissimi cani
che non hanno
altro modo di trovare famiglia. Volete conoscerli?
........................................................................................................................cliccate
qui:
"I nostri cani"
.
Benvenuti
!
Siamo
Leo e Silver, i gatti fondatori
di
questa associazione
Anche
se adesso non siamo fisicamente qui, ma a casa con i nostri fratelli,
vogliamo augurare
a tutti i soci presenti e futuri dell'A.R.C.A. buon lavoro.
C'è tanto da fare, perchè non tutti i gatti hanno avuto la nostra fortuna.
Noi ci lamentiamo sempre, però sappiamo benissimo quanto siamo amati
e coccolati!
Sono ancora troppo pochi gli umani che capiscono quanto sia importante
anche per loro stessi
prendersi cura di chi è più debole e sfortunato e si trova in difficoltà
in un mondo che proprio gli umani
hanno ridotto così inospitale e feroce.
Perciò, se vi capita di incontrare un gatto (o anche un cane, un uccello,
un coniglio, una tartaruga,
un serpente, forse persino un umano ...) nei guai, non voltatevi dall'altra
parte facendo finta di non vedere: qualcosa si può fare, magari poco,
ma è sempre meglio di niente.
E se poi cercate di collaborare e andare d'accordo fra di voi, superando
puntigli ed egoismi,
vi accorgerete che potete fare moltissimo, nella vita in generale, e
nell'A.R.C.A. in particolare.
Nel salutarvi, vogliamo infine ricordare il nostro amato fratello Platone:
lui è un po' il simbolo e la mascotte spirituale della nostra Associazione,
perchè - anche se purtroppo ha potuto godere solo per poco tempo del
benessere ritrovato -
la sua storia è l'esempio migliore di quello che voi, se davvero lo
volete, potete realizzare.
Grazie a tutti, con un affettuoso ron-ron
...................................................................................................................................................................
Leo e Silver
Se vuoi conoscere
la storia di Platone,
leggi più
avanti...
LA
STORIA DI PLATONE
L'abbiamo
incontrato una sera ai primi di maggio: due di noi - allora
l'Associazione non esisteva ancora, eravamo solo un gruppetto
di amici accomunati dall'amore per i gatti - tornavano dal solito
giro
delle nostre colonie, quando eccolo lì, all'angolo di una
via:
"ciao bel micio, cosa fai da queste parti ? Non ti abbiamo
mai visto
" Risposta: "Mao
".
Aveva chiaramente fame, e altrettanto chiaramente aveva bisogno
di aiuto: un bel gattone tigrato, con due occhi magnetici,
ma magro e pieno di croste, forse ferite.
Chissà da dove veniva, se era scappato, abbandonato, o forse
transfuga
di qualche colonia lontana, ma una cosa era certa: non si poteva
lasciarlo lì, in mezzo alla strada.
Subito partì il tam tam di telefonate, cercando di trovare
una soluzione
almeno temporanea, per far fronte all'emergenza.
Intanto il micio, dopo aver apprezzato una cena estemporanea rimediata
con le solite scatolette di riserva che ogni gattaro tiene sempre
in soprannumero, ci guardava con l'aria di dire:
"be', vedete voi, io sono un bravo gatto
".
E bravo lo era davvero: entrò da solo nel trasportino, con
quella fiera fiducia
che è uno degli aspetti più commoventi dei cosiddetti
"gatti di strada".
Due di noi, all'epoca,
avevano un locale in zona, che fino a qualche
mese prima era stato usato da un centro culturale:
adesso era libero, ancora arredato con scaffali, divani e moquette,
e in attesa di essere venduto: però era già stato
usato, temporaneamente,
per ospitare gatti poi adottati dagli stessi proprietari dei locali.
Di lì erano passati Salomone, Tancredi, Asterix,
anche la piccola Stellina che purtroppo non ce l'aveva fatta a superare
la quarantena e venire felicemente inserita in famiglia come gli
altri,
e lì venne ricoverato anche il nuovo gatto, in attesa di
venire portato
dal veterinario e sottoposto alle cure del caso.
"Intanto mettiamolo al sicuro - ci siamo detti - poi si vedrà".
Ma quando, il giorno dopo, la nostra veterinaria di fiducia lo visitò,
la situazione si rivelò subito problematica: il micio era
giovane, non sterilizzato
e complessivamente in discrete condizioni, ma era positivo FIV.
Tutti gli amanti dei gatti conoscono questa malattia, analoga
all'AIDS umano e purtroppo molto diffusa fra i gatti "liberi":
un gatto che ne è affetto non è pericoloso né
per gli uomini né per i cani,
ma all'epoca si pensava che non potesse convivere con altri gatti,
perché la malattia si trasmette attraverso il sangue e quindi
è potenzialmente contagioso.
In realtà, in seguito, l'esperienza ci ha insegnato che di fatto
non è così, anche se ancora adesso ci sono molti pregiudizi
e l'adozione di un gatto positivo fiv
è ancora molto difficile. Comunque, finché non è conclamata
(e nella maggior parte dei casi questo non avviene) un gatto fiv
positivo vive benissimo,
con le stesse speranze di vita di un gatto sano, anche se con qualche
attenzione in più perché le sue difese immunitarie
sono compromesse.
Intanto il micio venne sterilizzato, curato e accudito, e incominciò
la sua vita al "Centro", come chiamavamo i locali dove
l'avevamo ospitato:
certo, nessuno di noi poteva pensare di portarselo a casa,
perché tutti avevamo altri gatti, e quindi era indispensabile
trovare un'adozione,
non facile però vista la situazione. Insomma, occorreva tempo.
Platone intanto - sì, l'abbiamo chiamato così sia
perché qualcuno fra noi
ha il pallino della filosofia classica, sia perché c'era
stato un altro gatto
con questo nome che aveva avuto una sorte fortunata (anche se poi
ribattezzato Chicco), ma soprattutto perché il nome gli si
addiceva -
viveva bene, rivelando un'acuta intelligenza, una grande propensione
al dialogo e una notevole abilità come giocatore di calcio
nel ruolo di portiere.
Appena aprivamo la porta del suo appartamento, ci veniva incontro
e ci raccontava le ultime novità, poi gradiva il pranzo o
la cena, si sottoponeva
alle cure - sempre meno, perché ormai stava bene - e poi
venivano i giochi
e le coccole: era diventato un gattone bellissimo, con una pelliccia
folta,
dalle mille sfumature bruno-dorate, e i suoi occhi profondi, sereni
e vagamente ironici ormai ci guardavano con affetto:
ci aveva accettato come amici, e noi ne eravamo orgogliosi.
Il posto era abbastanza grande, ma ovviamente non era pensabile
che Platone ci rimanesse per sempre: per lui ci voleva una casa,
qualcuno che fosse più presente, che potesse dedicargli
di più di quelle poche mezz'ore che noi riuscivamo a ritagliare
nelle nostre giornate sempre troppo piene di impegni.
Così ci mettemmo all'opera per trovargli una famiglia:
contattammo veterinari, negozi, mettemmo foto e locandine, parlammo
di lui
praticamente con tutti, e finalmente il colpo di fortuna:
un signore che aveva appena perso la sua amatissima gatta,
viveva solo e aveva tempo e amore da dedicargli se lo portò
a casa.
Platone iniziò la sua nuova vita domestica, alla quale si
adattò subito
benissimo: fin dalla prima sera, pensò bene di dormire sul
letto accanto al
suo nuovo compagno, e i due iniziarono una felice convivenza.
Noi telefonavamo spesso, per avere notizie e dare una mano in caso
di necessità,
ma tutto andava bene: Platone godeva di buona salute, mangiava,
giocava
e riempiva la giornata del suo amico con la sua presenza discreta
e affettuosa,
ricambiando con amore l'amore che riceveva.
Tutti e due erano proprio contenti e ben sistemati.
Il tempo passava, venne l'estate, qualcuno di noi partì per
le ferie, e in settembre
ci arrivò la notizia: Platone non era più con noi.
Era stato male: portato subito dal veterinario, gli era stato diagnosticato
un tumore inoperabile e, nel giro di poche ore, la situazione era
precipitata
ed era sopraggiunta la fine.
Per tutti noi fu un dolore grandissimo: eravamo così felici
di essere riusciti a sistemarlo bene, togliendolo dalla strada e
assicurandogli una vita
sicura e protetta, e adesso
adesso era tutto finito, il nostro micione non c'era più.
Ci mancavano i suoi occhi bellissimi, la sua eleganza, le sue chiacchiere,
la sua simpatia, persino le telefonate al povero signor Renato,
anche lui avvilito e depresso, di nuovo solo.
Dunque era stato tutto inutile, non eravamo riusciti a salvarlo,
doveva finire così
Ma un po' alla volta, superati i primi momenti di sconforto e la
rabbia
al pensiero della strage dei gatti cosiddetti liberi - in realtà
allo sbando,
esposti a tutti i rischi della strada, fra cui il contagio di malattie
mortali -
incominciammo a ragionare più serenamente,
e a vedere le cose in maniera più obiettiva.
E' vero, la vita del nostro Platone era segnata - come quella di
noi tutti -
ma raccogliendolo, curandolo e affidandolo gli avevamo almeno assicurato
un periodo che, anche se breve, era stato bello:
aveva ricevuto amore, coccole, aveva vissuto proprio bene,
e anche la sua morte era stata se non altro serena,
dignitosa, assistita e circondata da affetto e attenzione.
Non era vissuto e morto solo, soffrendo fisicamente e moralmente,
ansioso ed impotente, nascosto in qualche buco, tremando di febbre
e di paura
in un mondo ostile, pieno di oscure minacce e di immediati pericoli.
Dunque qualcosa, dopo tutto, eravamo riusciti a fare per lui:
ma in tutto questo ci rendevamo conto che il fattore determinante
era stato il tempo.
Ci vuole tempo, infatti, per curare un gatto, rimetterlo in sesto,
e soprattutto trovargli una famiglia: non è facile trovare
buone adozioni.
Ecco, al di là di come era finita, almeno questo eravamo
riusciti ad offrirlo,
al nostro Platone: un po' di tempo, perché quando l'avevamo
trovato lì,
all'angolo della strada - e a nessuno di noi era ragionevolmente
possibile
portarselo a casa - potevamo almeno disporre di quei locali,
forse inadatti, ma caldi, chiusi, sicuri, dove lui aveva potuto
tranquillamente
rimanere per prepararsi alla sua nuova vita, che avrebbe sì
potuto
essere più lunga, ma almeno era stata felice.
"Chissà quanti gattari come noi sarebbero contenti di
avere
questa possibilità" ci siamo detti.
"Perché non offrire anche a quelli che vorrebbero farlo,
ma non possono perché non sanno dove tenerlo,
il mezzo di salvare un gatto ? "
Ecco, così, molto semplicemente, è nata la nostra
associazione:
i locali sono stati ristrutturati e resi idonei ad ospitare un po'
di gatti,
e i gatti in breve tempo sono arrivati, eccome se sono arrivati
!
E per fortuna se ne vanno anche: da creaturine spaventate e malmesse,
bisognose di tutto, diventano - o ritornano ad essere - quello
che in realtà sono: splendidi felini con il loro carattere
e la loro personalità,
nessuno uguale a un altro,
ma tutti ugualmente adorabili e pronti a entrare in nuove famiglie
che li sappiano amare.
Certo, per qualcuno ci vuole più tempo, alcuni rimangono
anche mesi
presso il nostro Centro, ma prima o poi tutti trovano casa,
e noi ne siamo felici, anche se ad ogni adozione
è un pezzetto di cuore che se ne va
Dopo anni di lavoro e tante adozioni felicemente concluse,
sarebbero tante le storie da raccontare, ma la storia di Platone
è emblematica per tutte: è lui che ci ha dato l'idea,
ed è lui che,
come un piccolo nume tutelare, si aggira sempre nei locali del Centro
e non ci permette di dimenticare mai - anche quando le gabbie sono
piene,
i mezzi scarseggiano e gli allegri vacanzieri pensano bene
di abbandonare qualche gatto in più - che anche una sola
vita salvata
ha l'inestimabile valore della Vita.


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